XXVI Giornata dei Migranti

12 ottobre 2003

UNA GIORNATA DEL TUTTO SPECIALE

 

La ventiseiesima giornata dei migranti si è svolta quest'anno all'insegna dell'impegno e della progettualità. Domenica 12 ottobre ci siamo riuniti al Patronato Pio X di Cittadella per affrontare il tema: "Gli esperti dimenticati di multiculturalità". L'argomento, davvero interessante, riguardava tutti i membri dell'Anea, analizzati, studiati e osservati con la lente d'ingrandimento della sociologia, della storia contemporanea e dell'antropologia dall'occhio attento e partecipe di una giovane neo-laureata di Reggio Emilia, Benedetta Bastianini. La giovane dottoressa emiliana ha realizzato infatti con questo titolo la sua tesi di laurea, presentata alcuni mesi fa all'università di Parma e prontamente pubblicata dall'ANEA.

Presenti autorità cittadine e consolari, tanti amici, iscritti e simpatizzanti.

"La nostra terra è terra di lavoro, di sacrificio, di emigrazione ha esordito il vicesindaco di Cittadella, dottor Giuseppe Pan "Abbiamo una tradizione di emigrazione in tutti i continenti. Personalmente ho anch'io parenti emigrati in Australia e Canada, e la presenza dell'Anea qui a Cittadella, oggi, non fa che confermare l'apprezzamento e l'attenzione dalla nostra amministrazione per i migranti."

Mauro Colobaric, viceconsole generale dell'Ambasciata d'Australia a Roma, ha elogiato la massiccia presenza di australiani d'origine italiana in Australia, che con il lavoro, la tenacia, il sacrificio, hanno trasformato l'Australia in una terra moderna, evoluta, ricca di cultura e umanità.

Benedetta Bastianini ha poi presentato il suo lavoro, ringraziando i membri dell'Anea per l'esperienza calda, forte e umana che ha realizzato. Grazie alle interviste e ai contatti personali con tanti italo-australiani rimpatriati, da detto, ha potuto verificare di persona come il multiculturalismo vero sia stato portato in Italia dai protagonisti di un'emigrazione sofferta, protratta nel tempo, vissuta in solitudine, ma resa ricca e stimolante da una consapevolezza che tutti gli appartenenti all'Anea ormai possiedono. "L'esperienza dell'A.N.E.A. è un insegnamento unico per noi giovani, che siamo chiamati a vivere in un mondo multiculturale, senza avere alcuno strumento per comprenderlo. L'A.N.E.A. mi ha insegnato questi valori, che ogni emigrante ha sperimentato: venendo a contatto con lingue, culture, usanze e religioni diverse, l'emigrante ha allargato la sua visione del mondo e imparato l'accettazione della diversità. Valori che i rimpatriati possiedono saldamente e che al loro rientro hanno portato in Italia. Dove sono più che mai utili perché rappresentano una guida che indica la strada per affrontare oggi, in maniera corretta, l'arrivo delle nuove immigrazioni."

Felice per l'ottima realizzazione del lavoro, e per il riconoscimento dato da studi scientifici e accademici al ruolo svolto dall'Anea in tanti anni, il presidente dottor Lorigiola ha sottolineato con soddisfazione che, in 25 anni, "abbiamo sempre cercato di essere ascoltati, senza appartenere ad alcun partito politico, né aver fatto alcuna propaganda interessata. Con questo impegno anche finanziario, cioè nella pubblicazione del libro di Benedetta: "Gli esperti dimenticati di multiculturalità" a cura dell'A.N.E.A., abbiamo prodotto qualcosa che rappresenta un patrimonio di conoscenze unico per tanti giovani di oggi e lasciamo un'eredità preziosa ai nostri figli."

Il presidente Lorigiola ha quindi illustrato le nuove norme riguardanti l'ottenimento e il rinnovo del passaporto australiano e il nuovo accordo fra Italia e Australia per lo scambio di giovani per studio e lavoro fra i due Paesi, in vigore per tutto il 2004.

La giornata è proseguita con il pranzo collettivo, reso stupendo da "cuochi", cameriere e volontari; allietato da un'ottima musica e dal profumo delle caldarroste che venivano arrostite sul fuoco dai nostri iscritti alla sezione di Bassano e Cittadella.

Da parte mia, ho trovato questa esperienza indimenticabile: aver conosciuto una giovane ricercatrice, entusiasta e appassionata al suo lavoro, che ha condotto con rigore e grande impegno interviste e analisi scientifiche, compilato tabelle e grafici, approfondito studi, mi ha fatto apprezzare ancora di più certi giovani d'oggi pieni di ideali. Seri, coscienti, silenziosi e determinati. Anch'io quindi ho valorizzato ancora una volta l'opportunità del contatto con chi ha vissuto sulla propria pelle separazioni e difficoltà, ma accettando il "salto" tra due mondi, il rischio di una nuova vita, il confronto quotidiano con l'altro, ha sviluppato un grande coraggio e una forte fiducia in sé e nel futuro, aprendo la propria mentalità alla varietà del mondo e sviluppando all'interno della famiglia, degli amici, dell'associazione un forte spirito di solidarietà.

Insomma, grazie a Benedetta, donna giovane, del tutto nuova a contatti di questo tipo, abbiamo potuto rileggere la nostra storia con occhi nuovi e diversi. E, a dire la verità, ci è sembrata bellissima! Leggere il suo libro e le sue osservazioni su di noi, è come stare ad osservare un bosco. Se vuoi coglierne tutta la bellezza, ha detto qualcuno, devi allontanartene: da troppo vicino vedi soltanto un albero o due; soltanto se guardi il bosco da lontano, ne puoi cogliere tutta la vitalità e la vastità.

Siamo dunque grati a Benedetta, per averci resi ancora più consapevoli del valore e dell'attualità della nostra storia.

 

Francesca Massarotto