Rettificato l'accordo di Sicurezza Sociale fra Italia e Australia
Padova 12.03.1999 - Ci è giunta rapida e per vie brevi da Roma la notizia che ieri in Aula il Senato ha ratificato, senza modifiche nel testo trasmesso dalla Camera dei Deputati,
l'accordo di sicurezza sociale fra Italia e Australia, rinegoziato e siglato dai due governi nel settembre '93. La ratifica del parlamento federale australiano era stata tempestiva (dicembre '93),
quella del parlamento italiano, invece, lunghissima: a conti fatti, ci sono voluti, cinque anni e mezzo. Dallo scorso aprile l'A.N.E.A. aveva intensificato la sua pressione politica su due fronti,
finalizzata a smuovere l'inerzia romana, fino alla amarissima lettera aperta del presidente Lorigiola indirizzata al capo del governo On. Massimo D'Alema nei primi giorni dello scorso gennaio, della
quale hanno dato pronta diffusione varie agenzie internazionali di stampa (INFORM, AISE, News Italia Press). Tempestivo era arrivato all'ANEA anche il riscontro scritto del capo del governo (21
gennaio), il quale, mentre diceva che "la vostra esasperazione ha indubbiamente fondate ragioni", assicurava che "per quanto è di competenza del governo, mi adopererò per sollecitare la ratifica da
parte della Camera dei Deputati".
Sia stato per l'esaurimento dei noti lunghi tempi romani (della politica, sia stato anche per la pressione dell'Anea soprattutto negli ultimi dodici mesi, sta di fatto che la ratifica dell'accordo si
è conclusa con l'approvazione della Camera dei Deputati (con modifiche di adeguamento agli stanziamenti di bilancio '98-'99-2000) il 3 febbraio, della Commissione Esteri del Senato il 24 febbraio e
dell'Aula del Senato l'11 marzo.
L'ANEA ritiene che la coincidenza fra l'ultima pressione politica e la ratifica del rinegoziato, che interessa migliaia di persone toccate dall'esperienza migratoria italo-australiana, non sia
puramente casuale e che la funzione dell'associazionismo degli italiani nel mondo debba essere sempre vigile e fattiva.
Pur accogliendo con sollievo ogni buona notizia, rimane l'amarezza di dover sottostare sempre a tempi lunghissimi e di dover ricorrere alle forti proteste (sempre antipatiche) per raggiungere il
traguardo.