Pubblicazioni

L'ANEA è una delle più attive associazioni per migranti e associa coloro che hanno vissuto l'esperienza migratoria in Australia o in altri paesi d'oltreoceano, particolarmente le Americhe. Essa è sorta dalla necessita di ritrovarsi per affrontare insieme i problemi psicologici, burocratici ed economici del rimpatrio. Rimpatrio una possibilità desiderata, e sognata da tutti, e da alcuni concretizzata dopo anni di duro lavoro e di sacrifici, che si è poi trasformata per tanti in una seconda emigrazione con tutti i contraccolpi immaginabili.
Questo libro ripercorre le tappe dell'associazione il primo occaionale incontro a Trento di ex emigrati, la volontà subito sorta di serrare le file, di dare struttura sociale e legale alle quattro idee che erano lì maturate. E poi il rapido sviluppo dell'associazione prima nel Veneto e nelle regioni limitrofe e poi in quelle più lontane; sezione dopo sezione, sull'ala dell'entusiasmo, della voglia di risalire la china, di non restare ingolfati nei tanti problemi. Ed infine i ponti lanciati verso i migranti rimasti per rinsaldare amicizie, per avviare insieme la soluzione di alcuni problemi che avevano in comune. L'Anea ha così camminato, offrendo spunti, stimoli, amicizia, soluzioni di problemi. Fiore all'occhiello resta indubbiamente l'accordo bilaterale Italia-Australia per la soluzione di un'annosa vertenza pensionistica sulla quale il libro si dilunga. Una storia esemplare, dunque, nella quale ogni emigrante troverà riflessa una fetta della sua vita, della sua speranza.

 

(Radici al Sole, Aldo Lorigiola, Edizioni Messaggero Padova, 1987, pagg. 444)

E' la prima volta che l'emigrazione ritrova il ruolo che le spetta nella storia d'Italia. Stranamente, infatti, la cultura italiana ignora questa dramma colossale che ha coinvolto 27 milioni di persone. Pochi insegnano nelle scuole che l'Italia ha affidato la sua costruzione alla partenza di un terzo della popolazione. Pochi spiegano in modo chiaro com'è cresciuto il capitalismo italiano, con una borghesia padrona del parlamento e dell'opinione pubblica, con le masse poplari tenute lontane dal potere, con tasse così pesanti da costringere i poveri alla fuga, con una agricoltura così disastrata da obbligare milioni di contadine ad abbandonare le loro terre... Tutti i paesi d'Europa hanno avuto la loro emigrazione, ma nessuno ha avuto un emigrazione così numerosa, abbandonata e stracciona come la nostra.
Questa storia, che rievoca la tragedia di un popolo, non può essere dimenticata. Perchè questa è stata -nella realtà- la giovane Italia. Così l'hanno conosciuta i nostri nonni.

 

(Storia Dimenticata, Deliso Villa, Editrice ANEA, 1995, pagg. 281)

Dopo la seconda guerra mondiale, il crescente volume dell'immigrazione in Australia divenne un elemento di rilievo nella formazione della società australiana. Il periodo che va dal 1950 al 1970 è stato l'epoca dei massicci arrivi, soprattutto italiani, che hanno dato vita a nuove comunità. Interessante è, allora, cercare di esaminare qual è stato il ruolo dell'immigrazione in generale e di quella italiana in particolare nel processo di sviluppo demografico, economico, politico e culturale dell'Australia. Questa ricerca si prefigge quindi di considerare la società australiana dal dopoguerra ad oggi e di esaminare specificamente il ruolo degli immigrati - degli italiani in particolare - nel determinare i cambiamenti di tale società.
L'emigrazione, soprattutto quella di manodopera, è stata per secoli parte del processo di modernizzazione e sviluppo sociale nelle regioni del mondo influenzate dalla civiltà europea. L'Australia non fa eccezione, ma le cause e le conseguenze riguardano in questo caso una formazione peculiare una società che si è sentita europea pur trovandosi ai confini con l'Asia.


(Australia Contemporanea Multiculturalismo e Immigrazione (1788-1993), Tania Lorigiola, Edizioni Eurograf, 1997, pagg. 163)

Gli impegni assunti nella conferenza di Verona del 1996, successivamente articolati nel piano triennale 1997-1999, trovano puntuale completamento nella conferenza dei Veneti di Australia e Sud Africa, ultima tappa, dopo Canada e America Latina, prima della conferenza mondiale che la Giunta regionale convocherà entro quest'anno.
E' con grande soddisfazione e con sincera riconoscenza per i nostri corregionali che vivono all'estero che presento questa pubblicazione.
Assieme ai due precedenti volumi sulle conferenze di Verona e di Florianopolis, questi atti sono la testimonianza del costante impegno dell'Assessorato, della attiva partecipazione dei Veneti che vivono e operano all'estero, della ricchezza di risorse e di proposte che questi rappresentano.
Agli interventi introduttivi del presidente della Giunta Regionale del Veneto, Giancarlo Galan, e dell'assessore regionale ai Flussi Migratori, Franco Bozzolin, seguono le relazioni programmate di Loretta Baldassar dell'Università del Western Australia (contributo dei Veneti allo sviluppo culturale, socio-politico ed economico dell'Australia) e di Giuliano Terovich, dell'Università di Venezia (la società veneta tra tradizione e modernità), la Tavola Rotonda su economia veneta alle soglie del 2000 (Francesco Borga), l'artigianato veneto (Andrea Prando), la Coldiretti del Veneto (Luigi De Togni) e la questione cultura (Laura Mecca) e Veneti nel mondo dell'informazione globale (Luciano Segafreddo); i 30 interventi dei delegati e partecipanti; i documenti finali (economia, cultura, informazione e ANCI Veneto); la relazione conclusiva dell'assessore Bozzolin; gli avvenimenti e tappe della Conferenza; l'elenco dei 128 partecipanti registrati.
La documentazione è arricchita da 18 fotografie relative a vari momenti della Conferenza.

 

(I Veneti d'Australia e Sud Africa, a cura dell'ANEA)

"Ferme come rocce a fronteggiare fame e carestie in Brasile, la componente femminile dell'emigrazione veneta ha contribuito con il proprio lavoro ed il proprio sacrificio all'insediamento ed al radicamento degli 'italianos' in una terra nuova e talvolta inospitale.

Questo fondamentale apporto delle donne emerge a tutto tondo dall'ultima opera di Francesca Massarotto, "Brasile per sempre – Donne di origine veneta in Rio Grande do Sul", che prosegue il certosino e felice lavoro dell'autrice, volto a valorizzare la vita quotidiana al femminile nel più complessivo affresco della storia dell'emigrazione italiana".

 

(Brasile per Sempre, Francesca Massarotto Raouik, a cura dell'ANEA)

Raccolta di articoli e servizi di vari autori apparsi nei 100 numeri (dal 1976 al 2001) de Il Canguro, periodico dell'Associazione Nazionale Emigrati ed ex Emigrati in Australia e Americhe.
In 352 pagine sono contenuti 25 anni di lavoro di una associazione che ha cercato di dialogare con le istituzioni italiane e straniere, promovendo la soluzione dei problemi dei migranti, principalmente in Paesi d'oltreoceano. Ogni raduno ha sempre dimostrato l'orgoglio di gente che ha saputo, con pochissimi pezzi, raggiungere traguardi molto significativi, talvolta insperati.

 

(Testimonianza di 25 Anni di Impegno fra i Migranti, a cura dell'ANEA, ottobre 2002, pagg. 352)

I VENETI IN AUSTRALIA

"Purtroppo nell'autunno del 1950 dovetti a malincuore lasciare casa, paese e tutta la famiglia per cercare altrove lavoro onde poter guadagnare da vivere per i miei figli. Se non trovai altro in questo continente almeno ebbi lavoro sicuro".

Così Virginio Bettanin, emigrato in Australia dalla provincia di Vicenza, scriveva alla rivista "Vicentini nel Mondo" nel 1960. Uno stralcio di una lettera uguale forse a tante altre, scritte da emigrati alla ricerca di un lavoro, un esercito di 20 milioni di uomini che nel corso di un secolo lasciò l'Italia.

Storie simili, continenti diversi, nomi che si ripetono: Giovanni, Domenico, Luigi, Antonio...
Storie già raccontate, entrate nella memoria ma che forse tanti ancora non conoscono.
Vite narrate nei libri. Ma basta un libro per narrare una vita?

Non è stato certo questo il solo obiettivo di "I Veneti in Australia – sfide di storia contemporanea", l'ultima pubblicazione di Loretta Baldassar, docente del dipartimento di Antropologia dell'Università del Western Australia, e di Ros Pesman, ricercatrice dell'Università di Sydney.

Il volume, curato dall'ANEA e finanziato dalla Regione, è anche l'epopea di quell'Australia fatta dai veneti, il racconto del loro esodo, le difficoltà incontrate, i valori trasferiti nella nuova terra, i legami con il loro amato Veneto.
Sydney, Melbourne, Adelaide furono le mete preferite dai nostri corregionali che in massa raggiunsero le coste australiane a cavallo tra il 1940 e il 1960, quando l'offerta di lavoro in Europa era scarsa e in Brasile e in Argentina le opportunità economiche erano diminuite.
Scelta quasi forzata, ma sempre molto coraggiosa.

Certo, è nota la fortuna che hanno fatto i Grollo con la costruzione di alcuni tra i più alti grattacieli dell'Australia e del mondo, ma grazie al lavoro di ricerca delle due studiose da oggi saranno note anche le fortune di altri veneti e l'indiscutibile contributo che venne dato alla società australiana.

E' il caso del finanziere ed imprenditore veronese, Eugenio Vanzetti, uno dei primi emigrati che nel 1879, grazie ai suoi investimenti e al suo fiuto imprenditoriale, arrivò ad essere l'uomo più ricco, in termini di capitale, della colonia del Western Australia.

Oppure l'avventura di Stefano De Pieri, nato nelle campagne vicino a Treviso, arrivato in terra australe quasi un secolo dopo Vanzetti, che si ritrovò ad essere in vari momenti studente all'università di Melbourne, impiegato della FILEF, redattore della rivista Nuovo Paese, comproprietario di una pizzeria e di un caffè, dipendente statale e candidato laburista al parlamento dello Stato del Victoria. Finché nel 1992 aprì il suo famosissimo ristorante "Cantina" a Mildura, e oggi è chef rinomato e protagonista del programma televisivo culinario "A Gondola on the Murray". Non solo, De Pieri oggi è sponsor del Long Italian Lunch, un organismo che promuove in Australia la produzione di varietà d'uva italiane, e ha anche fondato il festival della Poesia di Mildura, ora diventato Festival delle Arti.

Entusiasmante anche la vita di Frank Zaetta, partito da Belluno nel 1925, a 17 anni, per raggiungere il padre e il fratello e aiutarli a mandare avanti una fabbrica di mattoni a Wentworth, vicino a Mildura. Ottimo violinista, negli anni seguenti, dopo altre esperienze lavorative, fondò la Mildura District Orchestra Society, che diede un grandissimo contributo alla vita culturale della città.

Tre esperienze che fanno comprendere quanto l'emigrazione veneta abbia "dato", non solo in termini di braccia, al cosiddetto Nuovo Continente.
La ricerca delle due professoresse non ha, comunque, analizzato solo il passato della diaspora veneta. Gli ultimi due capitoli del libro sono dedicati, infatti, alle seconde e terze generazioni di figli di emigrati e alla loro mancanza di identità regionale.

Un lavoro impegnativo, dunque, nato in occasione della Conferenza d'area dei Veneti d'Australia e Sud Africa, tenutasi a Melbourne nel novembre 1998, dove era stato proposto l'avvio di una ricerca che da un punto di vista storico, culturale e linguistico, soppesasse l'impatto della presenza veneta nel contesto australiano.

Con questo libro è stato restituito alla memoria il sogno degli emigrati: quello di scampare alla miseria e magari fare fortuna.
Ogni tanto si dovrebbe rileggere il passato, prestandovi un'attenzione particolare, per non dimenticarlo o, peggio, cancellarlo ancora una volta dopo anni di silenzio.
E silenzio non sarà, grazie alle parole di Loretta Baldassar e Ros Pesman.

 

(I Veneti in Australia, Loretta Baldassar e Ros Pesman, a cura dell'ANEA, aprile 2004, pagg. 251)

Lo studio realizzato da Benedetta Bastianini si segnala, oltre che per il rigore della ricerca compiuta e la chiarezza espositiva, per il particolare tema da lei stessa individuato e analizzato con ampiezza di riferimenti: il problema cioè di chi, essendo emigrato dall'Italia, vi ha fatto ritorno dopo una lunga permanenza all'estero.
"Costoro, scrive Bastianini, sono testimoni privilegiati per il mio lavoro perché hanno affrontato due volte il processo di integrazione: da un lato hanno vissuto in prima persona il duro processo dell'emigrazione in un Paese straniero, le difficoltà dell'integrazione nella società ospitante ma anche l'eccezionalità di un'esperienza che li ha portati ad aprire enormemente gli orizzonti delle proprie conoscenze e della propria cultura, arricchendosi del contatto continuo con mentalità, culture, religioni e tradizioni completamente diverse dalle loro; dall'altro hanno vissuto una seconda volta la faticosa esperienza della migrazione e della necessità di integrarsi in una diversa società al momento del loro rientro in Patria.
Per tutti questi motivi ritengo si possa parlare di "esperti", non nel senso accademico del termine ma nella sua accezione etimologica, perché si tratta di persone che hanno fatto "esperienza" diretta dell'argomento, che l'hanno vissuto sulla propria pelle e che sicuramente hanno qualcosa da dire in materia di migrazioni".
Da questa intuizione deriva il titolo della ricerca, Gli esperti dimenticati di multiculturalità, condotta tra gli associati dell'A.N.E.A. (Associazione Nazionale Emigrati ed ex Emigrati d'Australia e Americhe).
Dopo un'ampia e documentata introduzione sulla storia della nostra emigrazione e sui processi di rientro in patria nonché d'immigrazione ai quali assistiamo dalla fine degli anni Settanta, dopo un'esauriente ricognizione delle categorie sociologiche e politologiche adottate per spiegare i problemi delle società multiculturali, Benedetta Bastianini ha intervistato, adottando il metodo dell'intervista narrativa e delle storie di vita, alcuni associati dell'ANEA. Nelle loro parole ha colto l'assiduo lavoro che l'associazione svolge per corrispondere alle esigenze di quanti, tornando in patria, si trovano difronte, per la seconda volta, ai problemi di socializzazione e d'inserimento nel mondo del lavoro. I lettori troveranno, nelle parole del Presidente Aldo Lorgiola, il senso di questo lavoro appassionato e l'utilità che ha per tutti coloro che si misurano con i problemi dell'emigrazione. Ma troveranno anche, nelle parole del vicepresidente Riccardo Amedeo Lovato, lo sconforto e l'aspra critica rivolta al potere politico per la scarsa attenzione rivolta all'associazione.
"Qual è il risultato? - s'interroga Lovato - Che non sono all'altezza - i politici, evidentemente - di gestire questa immigrazione che stanno subendo come un'invasione! Perché noi potevamo fare delle sedute con le istituzioni e dire a loro: fate questo! Preparatevi per quest'altro... attenzione a questo, perché noi l'abbiamo subito".
Per questa pubblicazione dovremo senz'altro riconoscere i meriti di Benedetta Bastianini che ha saputo individuare un argomento di grande interesse all'interno di un tema più generale oggi quanto mai dibattuto e ha avuto il merito di condurre con rigore la ricerca sia quando si è dovuta confrontare con una documentazione complessa e quanto mai ampia, sia quando si è confrontata con i "suoi", e da oggi anche "nostri", "esperti di multicultura". Ma dovremo anche ringraziare gli stessi "esperti" e l'associazione Anea senza il cui contributo non sarebbe stata possibile né la ricerca, né questa pubblicazione.

 

Alessandro Bosi
Docente di Sociologia dell'Educazione, Università di Parma

 

(Gli Esperti Dimenticati di Multiculturalità, Benedetta Bastianini, a cura dell'ANEA)

La Pubblicazione di questo libro da immagini fotografiche costituisce per l'ANEA la conferma di un impegno assunto in tempi recenti riguardante la conservazione nel recuperare la memoria "quando a emigrare eravamo noi, e la decisione di rimpartriare" potendo guardare al presente e al futuro non dimenticando il passato.

Ogni lavoro di ricerca, fin dall'inizio, porta con sè numerose problematiche alcune delle quali nascondono aspetti emotivi come la speranza di giungere e dei risultati concreti, soprattutto quando il punto di partenza sembra essere un strascico di memoria.

Grande è la soddisfazione invece quando, lungo il cammino s'incomincia a svelare l'incredibile percorso che i nostri 15000 iscritti (1976) hanno intrapreso, testimonianza tangibile del desiderio di essere nuovamente italiano.

 

(Ricordiamoci... La Strada Fatta Insieme, Progetto e Grafica di Enrico Pauletto, Daniela Scattolin e Maria Deganello Fabbian, a cura dell'ANEA, luglio 2014, pagg. 38)